Il profumo nelle grandi religioni monoteiste
Con l'adozione del cattolicesimo da parte di Costantino nel IV secolo, l'uso smodato dei profumi legati ai culti orientali, come quello di Iside, subì un declino. Con il crollo dell'Impero Romano, la Chiesa Cattolica rimase l'unica forza organizzata contro i barbari e l'uso dei profumi rimase limitato per un lungo periodo di tempo.
Sotto l'influenza delle culture orientali ed egiziane, si svilupparono parallelamente la religione e la cultura ebraica. Non sorprende quindi che anche in questo caso il profumo sia soprattutto religioso.
L'ebraismo ha lasciato scritti che danno una buona idea di questa preminenza del sacro nel campo dei profumi e degli incensi.
Per i musulmani il profumo è al centro di tutte le cerimonie religiose: il Corano specifica i prodotti da utilizzare e il rito da seguire in ogni circostanza. Anche l'uso profano fu apprezzato e gli arabi eruditi misero la propria scienza a beneficio della profumeria, ideando il primo alambicco in rame stagnato (i precedenti erano in vetro) e inserendovi una serpentina di raffreddamento in vetro. Il rapido sviluppo delle relazioni commerciali con il resto del mondo civilizzato portò a una diffusione delle loro conoscenze nel campo dell'alchimia.